Una frase per voi

Se passa un giorno in cui non ho fatto qualcosa legato alla fotografia, è come se avessi trascurato qualcosa di essenziale. È come se mi fossi dimenticato di svegliarmi.
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"i Di Fiore FOTOGRAFI sono i miei Fotografi"

Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Articolo del 29/03/2008 Pubblicato in attualità Letto 1556 Volte

"La fotografia ha vent'anni di più" La capostipite all'asta da Sotheby's



La celebre casa d'aste batterà il 7 aprile a New York un "disegno fotogenico" che risalirebbe a fine Settecento "La fotografia ha vent'anni di più"

La capostipite all'asta da Sotheby's
di MICHELE SMARGIASSI

"La fotografia ha vent'anni di più"

La capostipite all'asta da Sotheby's SE SOTHEBY'S ha visto giusto, bisognerà retrodatare l'invenzione della fotografia almeno di un ventennio. La celebre casa d'aste batterà il 7 aprile a New York un'immagine che potrebbe essere anteriore alla più antica fotografia finora conosciuta. Si tratta di un "disegno fotogenico", ovvero della traccia impressa da un oggetto, in questo caso una foglia d'albero, su un foglio di carta sensibile esposto alla luce. Anonimo, assieme ad altri cinque foglietti simili è stato per anni attribuito all'inglese William Henry Fox Talbot, l'inventore del processo negativo-positivo, e datato 1839.
Ma la scoperta di una piccola "W" scritta a inchiostro in un angolo ha suggerito a Larry Schaaf, lo storico della fotografia e studioso di Talbot consultato da Sotheby's, che potrebbe trattarsi del prodotto di uno degli esperimenti condotti a partire dall'ultimo decennio del Settecento da Thomas Wedgwood (morto nel 1805), industriale britannico della ceramica, assieme agli amici Humphry Davy e James Watt.
Quegli esperimenti, noti alle storie ufficiali della fotografia, sono però sempre stati archiviati come insuccessi: i tre amici riuscirono sicuramente a ottenere le tracce di oggetti, ma non riuscirono a fissarle, cioè a impedire che la luce continuasse a impressionare i sali d'argento fino a rendere i fogli uniformemente neri.
Questa foglia rossastra potrebbe invece dimostrare che almeno in qualche caso Wedgwood riuscì a bloccare l'annerimento e a conservare un'immagine "non prodotta da mano umana". Il fatto che la proto-fotografia provenga dalla collezione della famiglia Bright, buoni conoscenti dei Wedgwood, offrirebbe un altro importante indizio di attribuzione. L'ipotesi lanciata dalla casa d'aste sta mettendo a rumore l'ambiente degli studiosi. Il primo tentativo riuscito di creare un'immagine stabile grazie alla sola azione della luce è considerato quello di Joseph Nicéphore Niépce, modesto inventore francese che nel 1826, a Chalon Sur Saône, riuscì a duplicare "per contatto" una litografia del cardinale d'Amboise, e nello stesso anno anche a catturare su una lastra spalmata di bitume di giudea, sul fondo di una camera oscura, una veduta dalla finestra della sua casa di campagna: l'immagine che, fortunosamente ritrovata nel 1952 dallo storico Hermut Gernsheim, è ora comunemente considerata "la prima fotografia del mondo".
L'invenzione della fotografia fu però resa nota pubblicamente solo nel 1939, Niépce ormai defunto, dal suo socio Daguerre che finì per darle il suo nome, dagherrotipo.
Per riscrivere il primo capitolo della fotologia, gli storici però reclamano prove più scientifiche della semplice attribuzione indiziaria: esami della carta in cerca di filigrane che la rendano databile, maggiori accertamenti sulla provenienza dell'immagine. Interpellato dai colleghi, Shaaf difende la sua ipotesi, anche se concorda sull'esigenza di ulteriori verifiche: "E' un'immagine graziosa ed affascinante, se dovesse rivelarsi autentica cambierebbe non la storia ma solo la storiografia. Non c'è stato tempo per approfondimenti perché Sotheby's non ha ritenuto di rinviare la vendita, spero che il prossimo proprietario autorizzi indagini più precise. Ma come storici dobbiamo essere aperti ad accogliere l'emergere di informazioni inedite".
Proposta inizialmente su una base d'asta tra i 100 e i 150 mila dollari, ora la proto-fotografia, ammette la direttrice della casa d'aste Denise Bethel, potrebbe "valere molto di più". Speculazione o scoperta? Per il momento, nessuno sembra aver sottolineato un'altra conseguenza, questa politico-diplomatica, dell'eventuale riscrittura della storia: la paternità della scoperta che ha aperto la strada alla civiltà dell'immagine di massa passerebbe dalla Francia alla Gran Bretagna.

fonte: repubblica.it
 

Articolo del 30/03/2008 Pubblicato in attualità Letto 4675 Volte

Napoli, Sant'agata sui Due Golfi: Don Alfonso riapre e diventa relais.



C'è un gran da fare al civico 11 di corso Sant'Agata, a Sant'Agata sui Due Golfi, indirizzo ben noto ai gourmet.


Un via vai di operai, giardinieri e solerti signore: il 15 marzo riapre il celebre Don Alfonso 1890. Due anni di ristrutturazioni hanno dato un volto nuovo, piacevolmente di tendenza, allo storico indirizzo. Il pluristellato ristorante di Alfonso e Livia Iaccarino diventa Relais e presenta le sue sei elegantissime suite. Un'esplosione di colori gioiosi - dal lilla al fucsia al glicine-, di arredi d'epoca, scelti con cura, di dettagli pregiati come i lampadari di Murano e le ceramiche artigianali.
La palazzina antica, di fine Ottocento, tinteggiata di rosa pastello, è stata completamente ristrutturata: al piano terra c'è il ristorante con le cucine, il secondo piano e la mansarda sono stati destinati agli ospiti, ai viaggiator di gusto e di charme.
Sei stanze, tutte diverse e coloratissime. Belle, decorate con grande gusto, con bagni che sembrano piccoli salotti e dettagli di atmosfera. "La prima colazione sarà Alla Don Alsonso - avverte Livia - con prodotti nostri, della tradizione di una volta, come la ricotta fresca di fuscella, il pane con il pomodoro, le confetture fresche".
In giardino c'è ancora molto da fare, le piogge di questi giorni sono state impietose, a luglio ci sarà anche una piccola piscina. Intanto nelle cucine la brigata è già al lavoro, quattordici tra cuochi e pasticceri, con un'unica presenza femminile.
Si chiama Hayley Stvens, ha solo 23 anni e viene da New York ad imparare i segreti della cucina mediterranea. Anche il ristorante apre domani, ma la cucina - eh che cucina, tutta in acciaio, con fuochi ad induzione, e alle pareti maioliche della tradizione dipinte a mano - è in piena attività: c'è chi taglia, chi spezza la pasta a mano, chi impasta dolci, chi affetta ortaggi. "Facciamo delle prove, sperimentiamo dei piatti nuovi" spiega Luigi Tramontano, sous chef ovvero chef in seconda.
Nodino di manzo in crosta di sale e curcuma, pacchero con le fave, con tonno o alici - si vedrà - e poi un dessert al the verde con mele e pere. Ernesto, il figlio di Alfonso e Livia, sovrintende il tutto.
Sarà lui ad assaggiare i piatti cucinati dalla brigata e a decidere se andranno o meno in carta.

fonte: repubblica.it
 

Articolo del 31/03/2008 Pubblicato in attualità Letto 4922 Volte

I 101 siti più utili al mondo (almeno secondo gli inglesi)

Presenti Google ed eBay, ma anche Anonymouse, il sito per navigare in assoluto anonimato.


Tra i siti in questione c'è anche come trovare una fermata della metrò di Londra In rete c'è davvero di tutto, si sa, e volendo fare una cernita delle pagine web che realmente possono essere d'aiuto agli internauti ci sarebbe da perdersi nella marea di indirizzi più o meno utili cui ci si può rivolgere a seconda di ciò di cui si ha bisogno.
David Baker
del quotidiano britannico Daily Telegraph ci ha provato, e il risultato è una lunga classifica dei 101 siti che – a suo parere – sono indispensabili (o per lo meno più utili di altri) a chi naviga in internet.

TECNOLOGICI
- L'elenco di Baker è strutturato in sette categorie, e in vetta alla lista dei siti catalogati sotto la voce «tecnologia» troviamo il motore di ricerca per eccellenza, Google assieme a tutto l'elenco dei suoi tool e delle sue applicazioni web, come Gmail, GoogleDocs o GoogleMaps. A seguire, alle spalle della grande G, compare un servizio altrettanto utile ai navigatori, anche se per motivi diversi: parliamo di Anonymouse, il sito che fin dal 1997 consente agli utenti di muoversi nelle maglie del web, inviare e-mail e partecipare a newsgroup senza lasciare traccia dei propri dati personali.

PER PASSARE IL TEMPO – La seconda categoria è dedicata all'intrattenimento, e al primo posto c'è DigitalSpy, il sito britannico leader nel campo dei media e dell'entertainment, appunto. Aggiornate 24 ore su 24, le pagine della «spia digitale» offrono notizie sui temi dello showbiz, cinema, musica, tv e quant'altro. Vanta oltre 199 mila utenti registrati e il suo forum è tra i primi 30 del mondo in lingua inglese.

INFORMAZIONE E VITA DOMESTICA – Tra i siti essenziali per chi cerca informazione si trova Newsmap, un'applicazione che raccoglie e offre in un formato grafico personalizzabile l'insieme di news pescate in rete dall'aggregatore di notizie di Google. Per quanto riguarda poi la categoria «case e vita domestica», il sito evidenziato come più significativo dal Telegraph è quello di Noise Mapping England. Trattasi di un progetto nato nell'ambito della National Ambient Noise Strategy (Nans) inglese il
cui obiettivo è la raccolta di informazioni sull'inquinamento acustico in Inghilterra per la compilazione di «mappe del rumore», per la segnalazione dei livelli di rumore sul territorio del Paese, corredati con l'indicazione delle cause del disturbo (traffico, aerei, industrie e così via).
Così, in pratica, per sapere se una via particolare di Londra (l'unica città attualmente mappata) è rumorosa o meno, basta cliccarla sulla mappa e vedere a che livello di inquinamento acustico corrisponde il colore con cui è evidenziata.

SOCIAL, ACQUISTI E VIAGGI – Sul versante del social networking, invece, non stupisce trovare al primo posto il nome di Facebook, il più popolare dei siti che permettono agli utenti di condividere amicizie e tenersi in contatto, ovunque ci si trovi nel mondo. Se invece ciò che interessa è lo shopping, il sito più utile non è il gettonatissimo eBay (presente in seconda posizione) ma il meno noto GiftGen, che offre consigli per gli acquisti selezionati in base al sesso, all'età e agli interessi dell'utente, oltre che al prezzo massimo che si intende pagare.
Infine, non poteva certo mancare una categoria «travel», perché si sa che sono sempre di più gli internauti che si rivolgono all'internet per la scelta e l'organizzazione di viaggi e vacanze.
Il migliore, per Baker, è il sito di Sky Scanner, che si occupa del monitoraggio dei prezzi offerti da tutte le compagnie aeree low-cost. Basta digitare la destinazione prescelta per il viaggio e valutare la soluzione più conveniente offerta dal motore. Il tutto, come sempre, in pochi click.

fonte: corriere.it
 

Articolo del 05/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 1138 Volte

Nino Buonocore a Portici: una magia intorno alla musica.



cliccate sulla foto: slideshow concerto
 

Articolo del 08/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 1012 Volte

il mattino di Napoli...

 

Articolo del 08/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 1305 Volte

La televisione abbraccia Internet Il "terzo schermo" ora è adulto.

ERNESTO ASSANTE
La televisione abbraccia Internet


Il "terzo schermo" ora è adulto
CANNES (Francia) - Il "terzo schermo", quello dei computer, non viene più visto come un potenziale avversario, ma come un'eccellente strumento per allargare il bacino di utenza dei prodotti televisivi: "Il matrimonio tra televisione e computer è ormai consolidato", dice Claude London della Bbc, "l'integrazione tra l'una e l'altro procede senza grandi scossoni.
Anzi, l'allargamento dell'offerta è per noi una necessità, arrivare al nostr pubblico in tutti i modi possibili, compreso Internet e i cellulari, è un obbiettivo imprescindibile". Hanno le idee più chiare che in passato gli operatori dei grandi network televisivi, ed infatti nei corridoi del Palais du Festival di Cannes, in Francia, la "confusione" tra televisivi, telefonici e internettari è completa.
Tutti "fanno e distribuiscono televisione", non importa attraverso quale canale. Anzi, più la strategia delle aziende produttrici è "multipiattaforma" e più hanno successo, come dimostra il caso della Disney, che oggi veicola i suoi contenuti in un universo multimediale completo riscuotendo un successo planetario. Internet non è più un oggetto sconosciuto, insomma, e nemmeno un semplice veicolo per replicare la tv che c'è già.
Accade in Italia, ad esempio con la programmazione di un canale via Internet completamente originale come Bonsai; accade in Inghilterra, dove la Bbc con l'iPlayer si è mossa con sicurezza alla conquista del pubblico del terzo schermo, offrendo non solo le sue trasmissioni di punta ma anche programmi pensati e realizzati apposta per il consumo via computer: e lo stesso accade nel resto d'Europa e negli Stati Uniti.
Le novità più interessanti emerse in questa edizione del MipTv sul fronte della tv via Internet sono due: Orange, uno dei principali operatori telefonici europei, ha annunciato il lancio di sei canali televisivi via Internet, un offerta che secondo i responsabili "rivoluzionerà l'universo della televisione.
Noi applichiamo ai contenuti televisivi quello che è già accaduto con successo nel campo della musica, un consumo nomade, individualizzato e desicronizzato". Tradotto in parole povere "la televisione dove la voglio io, quando la voglio io, come la voglio io", la morte ufficiale del palinsesto come fino ad oggi lo abbiamo conosciuto. "Cambiare punto di vista e prospettiva può essere molto positivo per il mondo della televisione", suggerisce Henrique De Castro, di YouTube, "la sfida posta da Internet e da siti come il nostro non può essere rifiutata".
Ed infatti i grandi produttori televisivi cercano di mettersi in sintonia con la visione frammentaria in stile YouTube. L'annuncio della Cbs è in questo senso illuminante: tra qualche settimana saranno disponibili on line i programmi che la Cbs ha realizzato per Internet attraverslo la sua divisione Eyelab. Programmi che durano pochi minuti ma che concentrano tutti i principali generi televisivi, dai quiz all'intrattenimento, dall'informazione alla comicità.
E non mancano, ovviamente, i telefilm, ridotti magari in clip di culto, come un dialogo tra Jennifer Love-Hewitt e un morto in "Ghost Wisperer", o il gesto ormai classico di David Caruso che si toglie gli occhiali in "Csi: Miami". "Lo scopo è creare contenuti che non possono essere visti altrove", dice Ron Scalera, vicepresidente della Cbs, "contenuti di alta qualità pensati per Internet. Il potenziale è enorme".
Secondo le ricerche fatte dalla Cbs il pubblico di Internet resta collegato su YouTube anche due ore consecutive, ma ama la varietà e la ricchezza dei contenuti, preferisce vedere molte clip di due minuti che seguire una intera puntata di un telefilm. "Per quello c'è la televisione, che funziona ancora ottimamente".

fonte: repubblica.it
 

Articolo del 09/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 1191 Volte

Fedele e con commenti di qualità. Il lettore di blog? Un abitudinario.

ROBERTA PIZZOLANTE

 I diari online - per la prima volta - dal punto di vista degli utenti I risultati di una ricerca dell'Università della California di Irvine.

Per Charles ormai è parte del rituale mattutino, come pendere il caffè: avvia il pc per controllare la mail e, intanto, va a sbirciare se sui 4-5 blog che tiene d'occhio c'è qualcosa di nuovo. E che valga la pena di essere letto. Gli basta un'occhiata, pochi secondi, anche perché raramente interviene a dire la sua: se lo fa è quasi per un dovere sociale. Charles è uno dei volontari arruolati dai ricercatori della California University di Irvine per studiare da vicino il comportamento dei lettori abituali di blog. Veri aficionados di più diari, che consultano almeno due volte alla settimana.

L'obiettivo dell'indagine, la prima che guarda al mondo dei blog dal punto di vista dei lettori, è capire come l'interattività venga utilizzata e vissuta dai lettori e, più in generale, valutare l'impatto sociale del Web 2.0. Una ricerca, secondo Eric Baumer e colleghi - a Firenze in questi giorni per presentare i risultati al convegno internazionale Computer Human-Interaction a Firenze (5-10 aprile) - che da il via a una rivoluzione copernicana nello studio della blogsfera, finora focalizzata sul ruolo dei blogger. I 15 lettori di blog "vivisezionati" dai ricercatori californiani sono l'avanguardia di un esercito che negli Stati Uniti conta oltre 50 milioni di effettivi e le cui fila continuano a ingrossarsi: dal febbraio al marzo del 2007 Technorati, il motore di ricerca dedicato ai blog, ha raddoppiato i visitatori unici, superando i 9 milioni. I consumatori di blog più assidui sono però gli asiatici (il 74% di giapponesi frequenta blog) mentre da noi sono quasi due milioni gli italiani che ne scrivono o li leggono (Dati Nielsen 2006) tanto che la nostra lingua è balzata al quarto posto nella statistica di quelle più utilizzate in Rete, dopo l'inglese, il giapponese e il cinese. Si tratta di un pubblico per lo più maschile e giovane, molto attivo socialmente, interessato soprattutto ai blog personali, ma anche a quelli di informatica, politica, musica e letteratura e che considera questi media più attendibili di quotidiani, giornali online e radio-telegiornali.

Anche fra i lettori presi in esame dalla ricerca californiana gli interessi spaziano dalla tecnologia ai temi più intimi e personali. Judith frequenta i blog per restare in contatto con gli amici, Lillian per condividere esperienze, Charles per restare informato. Varie anche le aspettative: si è più esigenti in termini di grafica e di aggiornamenti con i blog più popolari e meno con quelli di amici e conoscenti.

Ma se scopi e interessi variano, per tutti frequentare i blog è ormai un'abitudine, come già controllare la posta elettronica. Qualcosa che si fa quasi automaticamente, senza nessuna aspettativa specifica. Tanto è vero che, anche se compare un nuovo post, non sempre ci si precipita a leggerlo: "Perdere un post" non è poi la fine del mondo. Tanto quando si ritorna sul blog dopo un'assenza si può sempre ripescare dall'archivio oppure soffermarsi sul post più recente, anche se è un po' datato. I lettori, infatti, non fanno molto caso alle date e tendono a considerare la freschezza di un post per la sua posizione in pagina. E se c'è chi deve intervenire a tutti i costi nei dibattiti, per altri, come Connie, "basta leggere per sentirsi partecipe". Tuttavia, molti intervistati si sentono quasi obbligati a leggere e commentare, soprattutto nel caso di blog di amici. E quando trovano un intervento "impegnativo", ricompensano l'autore con un commento altrettanto articolato. "Un buon post merita una risposta dal pubblico", dice Patricia, mentre per Jill "commentare è una forma di cortesia".

"Questi risultati sono in linea con la mia esperienza. Ad eccezione dei blog di carattere personale, nei quali il commento dovrebbe venire facile per via di una conoscenza diretta dell'autore, i lettori scrivono solo se hanno qualcosa da aggiungere", dice Luca Conti, autore del blog Pandemia.

"Spesso si visitano le pagine di un blog come si sfogliano quelle di un giornale", spiega il blogger, "subentra, è vero, una certa abitudine ma forse è meglio parlare di fidelizzazione: vado su quel blog indipendentemente dal nuovo contenuto che mi aspetto di trovare perché comunque ne riconosco il valore". Conoscere gusti e abitudini del pubblico è utile per migliorare la relazione nelle community online: "Questi dati sono molto ricercati anche dagli esperti di marketing aziendale e politico, per capire come meglio rivolgersi a certi utenti", aggiunge Luca Conti. E si capisce il perché. Una ricerca di Edelman dell'inizio del 2007 ha rilevato che buona parte dei lettori di blog sono anche "influencers", cioè svolgono attività in grado di influenzare la collettività. Mentre secondo una ricerca condotta da Nielsen in 47 Paesi (Nielsen Global Online Consumer Survey 2007) il 61% degli intervistati ritiene che i consigli di altri consumatori postati online siano una fonte autorevole, più credibile anche dei siti aziendali, delle riviste o della televisione.

"Sappiamo chi è il lettore di blog e quali contenuti preferisce ma delle sue abitudini di lettura si sa poco. Le comunità che si creano intorno ai blog, concentrate soprattutto nelle metropoli, condividono informazioni ed esperienze e riescono così a superare ostacoli culturali e territoriali", aggiunge Tony Siino, blogger e ideatore di blogItalia.it. "Se il lettore è un po' distratto e non fa caso alle date è perché deve farsi largo tra troppe informazioni, è interessante invece il fatto che vogliano premiare il blogger con un buon commento. E' li che si vince dunque la sfida dell'attenzione. Saperne di più è utile certamente per i blogger, che spesso sanno ben poco del loro pubblico, ma lo è meno per i lettori, che perderebbero quel vantaggio grandissimo offerto dalla rete, cioè l'anonimato".

Fonte: www.repubblica.it

 

Articolo del 12/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 1219 Volte

L'Homo technologicus cede il passo: sta per arrivare il Mobilis nomade.

CRISTINA NADOTTI

Il luogo in cui la connessione è possibile, gratuita, facile, attira i nuovi nomadi come un'oasi attira i beduini del deserto.

L'homo technologicus si evolverà in mobilis nomade, un uomo che con il suo apparecchietto, che ora immaginiamo come un Blackberry o un iPhone, si sposterà di luogo in luogo avendo con sé tutto quel che gli serve per mantenere i legami sociali e il lavoro. Il settimanale britannico The Economist dedica nel numero uscito l'11 aprile un inserto speciale per fare il punto su dove ci stanno portando le nuove tecnologie e la conclusione è proprio questa: a circa 10mila anni dalla trasformazione dei cacciatori-raccoglitori in agricoltori, si perderà la sedentarietà, si tornerà a non identificare in un solo punto gli elementi basilari per la sussistenza.

Le intuizioni dei teorici. L'idea non è nuova: di wi-nomads e di techno-bedouins aveva già teorizzato il maggiore studioso di media e comunicazione, Herbert Marshall McLuhan, negli anni '70. Nella sua interpretazione degli effetti prodotti dalla comunicazione sia sulla società, sia sul singolo, McLuhan aveva già immaginato nomadi che si spostavano da una parte all'altra a grande velocità, trovando le strutture indispensabili alla sopravvivenza in ogni luogo, in un ipotetico "villaggio globale". E Digital Nomad è il titolo del libro di Tsugio Makimoto e David Manners, del 1995, in cui si esplorano tutte le possibilità che si aprono nel mondo del lavoro con le nuove tecnologie.

Realtà oltre la fantasia. Quanto è accaduto nel corso di 10 anni o poco più, tuttavia, supera di gran lunga la realtà. Nel dossier dell'Economist si sottolinea che non sono tanto le tecnologie intese come apparecchi, gli hardware, a cambiare la realtà, quanto il fatto di essere perennemente connessi. È il luogo in cui la connessione è possibile, gratuita, facile, che attira i nuovi nomadi, come un'oasi attira i beduini del deserto. Proprio come i beduini, scrive Andreas Kluth sul settimanale britannico, non portano l'acqua con sé ma si spostano da un luogo all'altro dove sanno di poterla trovare, così i nomadi di oggi non portano con sé carta per scrivere e a volte neanche il computer. Bastano un Blackberry o un iPhone. Se serve una tastiera e una stampante la troveranno con facilità, e non importa se ci si sposti per un lungo viaggio o nell'ambito del quartiere: l'importante è che ovunque ci sia la possibilità di connettersi alla rete.

Come ci cambia la comunicazione wireless. Lavoro, luoghi e relazioni sociali: sono questi gli aspetti della nostra vita che saranno più influenzati dal nuovo nomadismo. Ci sono gioie e dolori per ogni aspetto toccato dalle tecnologie. Prendiamo il lavoro: all'inizio si pensava che il telelavoro potesse essere una panacea per molte categorie svantaggiate, prime fra tutte le donne alle prese con i figli. In realtà lavorare ovunque significa anche lavorare in qualunque momento, non avere orari in cui si stacca davvero. Ma il lavoro mobile ha anche altri aspetti e l'esempio più illuminante è quello del movimento di opinione progressista statunitense MoveOn.org. Nato attraverso scambio di opinioni in rete è diventato presto un movimento organizzato con una struttura fissa di coordinatori. I fondatori hanno però deciso di non far nascere una sede, per la paura che un movimento spontaneo diventasse un centro di potere e così è rimasto un gruppo di persone collegate solo da una connessione online.

Il nomadismo del wireless cambia i luoghi. In molte società si sono già ridotte le scrivanie, perché i dipendenti stanno sempre meno al loro posto e chi progetta gli spazi riflette su questo aspetto quando li progetta. L'esempio più lampante dei nuovi luoghi sono i vecchi caffè o bar: insieme alla qualità di cibo e bevande, la connessione fa la differenza. E non è necessario andare negli Stati Uniti per notare l'avvento del wi-fi nei luoghi: in Italia ci sono interi paesi connessi e nelle città i parchi o i campus universitari offrono wi-fi spot. Non ultime sono le relazioni sociali ad essere modellate sulla connessione perenne. Molti rapporti affettivi sono fatti di messaggini telefonici e conversazioni chat, un modo di comunicare che non riguarda più solo gli adolescenti. Proprio in questi giorni una ricerca statunitense ha stabilito che negli ultimi due anni l'uso degli sms è cresciuto del 130 per cento tra persone nella fascia di età dai 45 ai 54 anni, contro il 41 per cento negli adolescenti tra 13 e 17 anni. I sociologi però avvertono: si consolidano i legami familiari, con nonni, genitori e figli sempre più bravi nel tenere i rapporti via Internet, ma cresce l'indifferenza verso l'estraneo reale. Un nickname della chat a volte è più interessante e riceve più affetto di una persona in carne e ossa che incontriamo sulle scale di casa.

Il trillo che ci segue ovunque. Nei giorni scorsi è stata annunciato il via libera alle conversazioni con cellulari sugli aerei. Continental Airlines, American Airlines e JetBlue stanno pensando a qualcosa di più, l'introduzione del Wi-Fi sui loro aerei. Connessi ovunque, anche a migliaia di chilometri di altezza, pronti a essere testimoni di tutto. L'inchiesta dell'Economist si chiude proprio con la considerazione che i nuovi nomadi sono anche "nomadic monitor", testimoni perenni di tutto quel che accade intorno a loro e può essere filmato, trasmesso, documentato. Ancora gioie e dolori: nel mondo dei nomadi Wi-Fi, avverte infine il dossier, si rischia di perdere parte della nostra natura umana. C'è sempre dell'allarmismo di fronte alla novità, l'importante, è la conclusione dell'Economist, è sapere qual è il pulsante dell'accensione ma avere altrettanto chiaro qual è quello per spegnere tutto.

fonte: www.repubblica.it

 

Articolo del 13/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 2782 Volte

jovanotti - A te

 

Articolo del 14/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 4149 Volte

11 Maggio 2008 - Festa della Mamma - La storia - Pavarotti canta "Mamma" - Auguri a tutte le Mamme.

La Festa della Mamma ha origini molto lontane. Nei secoli addietro, infatti, venivano compiuti antichissimi riti pagani che duravano diversi giorni, per festeggiare la rinascita della primavera ed il rifiorire della natura ed erano chiamati i giorni della “Grande Madre”, simbolo di fertilità.

Anche nell’Antica Grecia gli Elleni dedicavano alle loro genitrici un giorno dell’anno, con la festa in onore della dea Rea, madre di tutti gli Dei.

Gli Antichi Romani, invece, usavano festeggiare per una settimana intera la divinità Cibele che simboleggiava madre natura e tutte le genitrici.

La nascita dell’attuale festa della mamma, come la intendiamo noi, risale invece al XVII secolo e affonda le sue radici in Inghilterra, dove cominciò a diffondersi la tradizione del Mothering Sunday che coincideva con la quarta domenica di Quaresima. In occasione di tali festeggiamenti venivano regalate delle rose rosse alle mamme e veniva preparato il “Mothering cake”, un dolce tipico a base di frutta. Nonostante fosse festeggiata già da molto tempo, la festa della mamma venne ufficializzata solo qualche tempo dopo.

Negli Stati Uniti nel maggio 1870, Julia Ward Howe, attivista pacifista e abolizionista, propose di fatto l’istituzione del Mother’s Day, come momento di riflessione contro la guerra.

La festività fu ufficializzata nel 1914 dal presidente Woodrow Wilson con la delibera del Congresso di festeggiarla la seconda domenica di maggio, come espressione pubblica di amore e gratitudine per le madri e speranza per la pace.

Da lì, la festa si diffuse poi in tutto il mondo anche se festeggiata in giorni diversi. Oltre agli Stati Uniti questa data (la seconda domenica di maggio) è stata adottata da Danimarca, Finlandia, Turchia, Australia e Belgio.

In Norvegia, invece, la festa della mamma viene celebrata la seconda domenica di febbraio, in Argentina la seconda di ottobre ; in Francia la festa cade l'ultima domenica di maggio ed è celebrata come ”compleanno della famiglia”.

In Italia la Festa della mamma si festeggia la seconda domenica di maggio, come negli Stati Uniti e pare sia stata festeggiata, per la prima volta, nel 1957 da don Otello Migliosi ad Assisi, nel piccolo borgo di Tordibetto di cui era parroco.

fonte: www.giallozafferano.it

 

Articolo del 16/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 1200 Volte

News 1° Maggio - Il concertone a Piazza San Giovanni sarà dedicato ad Adriano Celentano.

CARLO MORETTI

Roma. I quarant'anni dal '68, il grido di libertà di quella stagione, la sua musica. Ma anche temi di stretta attualità come le morti sui posti di lavoro e la richiesta di sicurezza. Il concerto del Primo maggio in piazza San Giovanni a Roma, il più grande appuntamento rock d'Europa organizzato dai tre sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, sarà però anche l'occasione per un omaggio alla musica e ai 70 anni di Adriano Celentano: tutti gli artisti coinvolti nello show interpreteranno una canzone del Molleggiato, a cominciare da Azzurro che proprio nel 1968 scalò la classifica restando al primo posto per settimane.

Il cast si annuncia particolarmente ricco. Tra le curiosità di maggiore attrattiva si attende l'arrivo di Jorge Ben e del musicista camerunense Manu Dibango che si esibirà con Enzo Avitabile, e sarà davvero una performance da non perdere quella dei due grandi sassofonisti, il padre del pop soul africano celebre per Soul Makossa e l'inventore del funk partenopeo che prosegue la collaborazione con gli artisti africani dopo quella di qualche anno fa con Mory Kanté. Grande attesa anche per la proposta jazz del Concertone, con una "All Star Jazz Band" guidata dal sax di Stefano Di Battista e composta tra gli altri anche dal batterista Roberto Gatto, dalla pianista Rita Marcotulli, dal contrabbassista Giovanni Tommaso e dal trombettista Fabrizio Bosso.

Presentati dall'attore Claudio Santamaria, a suo agio su un palco musicale anche per la recente interpretazione del Rino Gaetano della fiction "Ma il cielo è sempre più blu", saliranno sul palco gli artisti e i gruppi che rappresentano il meglio della scena musicale italiana: dai Subsonica agli Afterhours, dai Marlene Kuntz ai Sud Sound System, da Elio e le Storie Tese ai Baustelle e ai Bisca con Luca Zulu. Tra gli artisti si segnalano Caparezza, il cui ultimo disco è fortemente caratterizzato dai temi del lavoro; Tricarico, premio della critica al Festival di Sanremo; e Irene Grandi, che con il Concertone ha una familiarità ormai pluriennale.

VIDEO: IL PRIMO MAGGIO DI SANTAMARIA. Claudio Santamaria si cala per la prima volta nel ruolo di presentatore, ma si dà coraggio grazie al fatto che la musica è tra i suoi maggiori interessi: "Voglio stare sul palco come un fan dei gruppi che amo ascoltare" dice "a cominciare da Jorge Ben, dai Marlene Kuntz, con i quali ho cantato anche di recente, e dagli Afterhours. Di Celentano mi piacerebbe cantare Ce l'hai su con me, un pezzo rock del Molleggiato prima maniera".

Gli organizzatori stanno definendo gli ultimi dettagli del concerto, mancano ancora quattro o cinque nomi all'appello: "Celentano sarebbe una bella sorpresa ma non è tra quei nomi" dice Marco Godano. "Il clima risentirà forse del cambio di guida politica del paese ma spero che sia sereno, che sia soprattutto un bel concerto. Certo, mancando i Modena City Ramblers spero che a cantare Bella ciao stavolta sia tutta la piazza"

fonte: www.repubblica.it.

 

Articolo del 17/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 1162 Volte

News Pc - Vista, il service pack parla italiano: è il primo grande aggiornamento

RICCARDO BAGNATO

Pronti a installare il primo importante aggiornamento per Windows Vista? Da oggi è possibile farlo anche da noi. Il Service Pack 1, ovvero il pacchetto di aggiornamenti per il sistema operativo Vista è infatti disponibile online anche per i computer in lingua italiana. Ma non solo. Nel frattempo, Microsoft ha dichiarato di aver risolto i problemi di compatibilità riscontrati nella versione inglese, spagnola, tedesca, francese o giapponese, lanciate lo scorso 18 marzo.

Come installare l'aggiornamento? Al momento è possibile scaricare tutto il necessario dal sito di Microsoft, oppure, grazie al Windows Update già installato sul proprio computer (funzione che potrebbe non essere ancora attiva, ma data per imminente). L'azienda consiglia, inoltre, di installare con Windows Update nel caso in cui si debba installare l'SP1 su un singolo PC connesso alla rete, mentre suggerisce di usare il Download Center per scaricare ciò che serve all'installazione dell'SP1 su più macchine. Comunque sia, ecco i due i link principali per recuperare i file di aggiornamento: x86 (544.3 Mb) e x64 (873 Mb). Così come un vademecum particolarmente utile (anche questo in italiano) pubblicato online, dove è possibile avere tutte le istruzioni su come e cosa fare. E una guida (questa volta in inglese) pubblicata sul sito di Microsoft.

Che cosa cambia? A guardarci bene, però, fra le oltre 570 correzioni che i tecnici di Redmond hanno escogitato per rimettere sui binari Windows Vista, spiccano le 60 soluzioni legate agli aspetti multimediali del sistema operativo (punto di forza del sistema operativo secondo l'azienda ai tempi del lancio), 15 per risolvere i problemi inerenti il rilascio dello stesso aggiornamento; 56 per sistemare l'incompatibilità riscontrata con periferiche esterne come stampanti, telecamere e macchine fotografiche digitali e, last but not least, ben 22 modifiche per problemi di sicurezza.

Per Xp, attesa fino al 29 aprile. Insomma, gramo destino quello del sistema operativo Vista. Lanciato in pompa magna da poco più di 14 mesi e da subito giudicato esoso, lento, troppo diverso e meno performante rispetto al suo predecessore XP. Per cui, invece, la stessa Microsoft ha recentemente deciso di prolungare la vita: pur scomparendo dagli scaffali dei negozi dal 30 di giugno prossimo, Windows XP rimarrà infatti disponibile per i costruttori di computer unicamente per essere installato nei sistemi a basso costo fino al giugno del 2010. Una notizia che ha confortato non pochi, compresa la vasta comunità di utilizzatori Xp, da tempo riuniti sotto la sigla "Save Xp" (Salvate Xp) con l'intento di convincere Microsoft a mantenere in vita il vecchio sistema operativo. Per loro, a questo punto, non resta che attendere l'aggiornamento numero 3 - nome in codice SP3 - previsto per il 29 aprile prossimo.

fonte: www.repubblica.it

 

Articolo del 17/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 2379 Volte

Nella villetta di Mister Ikea: vi racconto la mia vita da tirchio Mobili aziendali (che si monta da solo) e spese al mercato.

Svizzera

Nella villetta di Mister Ikea: vi racconto la mia vita da tirchio Mobili aziendali (che si monta da solo) e spese al mercato.


«Ho le stesse abitudini dei miei clienti»
  

EPALINGES — «Che male c'è confrontare i prezzi sulle bancarelle e scegliere le cose più convenienti? O andare al mercato prima della chiusura, quando fanno gli sconti? Penso sia meglio passare per tirchi che buttare i soldi dalla finestra».
Una legittima esternazione da modesto pensionato può assurgere a massima filosofica se a pronunciarla è uno degli uomini più ricchi del mondo, Ingvar Kamprad, più noto come «Mister Ikea» (fortuna personale stimata attorno ai 18 miliardi di euro), lo svedese che oltre 60 anni fa ha inventato l'omonima azienda, rivoluzionando su scala planetaria il modo di arredare e di abitare.
L'ultimo bilancio Ikea parla d'un fatturato da 19,8 miliardi di euro (1,3 miliardi alla voce-Italia) in un tripudio di continua espansione territoriale e commerciale.
Ma di fronte a una tale opulenza di cifre lui non si scompone. Anzi, vive quasi da povero. Vestiti più da bocciofila che da alta finanza, vecchie macchine, voli economici su Easy-Jet e abbonamenti in metrò nelle grandi città. Insomma zero lusso, zero sprechi, zero clamori. I suoi eccessi? Qualche tempo fa si è permesso una Porsche.
Ma poi forse si è pentito. «In genere, non voglio strafare né essere diverso dai miei clienti: ci tengo a dare il buon esempio. Ogni tanto mi piace regalarmi qualche bella camicia, qualche cravatta e adoro cenare con pesce del mare scandinavo». Come giorni fa, in occasione del suo compleanno: 82, portati bene nonostante la fluttuante simpatia per l'alcol. Certo, un anziano ipermiliardario lo si immaginerebbe sempre sotto le palme in panama e bermuda.

Invece il suo buen retiro, dignitosamente anonimo, è Epalinges, cantone svizzero di Vaud, 800 metri di altitudine, 7700 abitanti, 10 minuti di macchina da Losanna e dal suo freddo lago. Svizzera per via delle tasse, pensano molti. Ma non solo. Intanto Epalinges è circondata dalle foreste, richiamo non secondario per il figlio d'un guardaboschi che ha fondato un impero del legno.
E poi consente di nascondersi, come il più tranquillo dei pensionati. «In fondo sono in pensione dall' 85», ama sdrammatizzare, mentendo perché all'Ikea non si muove foglia (di frassino o di abete) che lui non voglia.

Anche la casa rispecchia i parametri minimalisti del proprietario, che qui vive con la moglie Margaretha, da cui ha avuto tre figli, Peter, Jonas, Matthias (44,41,39 anni) tutti ormai inseriti, ma senza troppe coccole, nella vetta del gruppo. È un piccolo complesso di bungalow bianchi, vicino al golf. Due chiacchiere con i vicini sul tempo, che non è mai un granché ma fa niente, stradine strette, un bel silenzio nordico. L'interno? Una rigorosa applicazione del catalogo aziendale che con i suoi quasi 170 milioni di copie in 24 lingue, passa per essere il testo più consultato al mondo dopo la Bibbia.
Leggenda vuole che i suoi mobili il signor Ingvar se li monti, spartanamente, da sé, primo fondamento del credo ikeasco. Ai supermercati Migros e Coop (davanti all'hotel Union) le commesse lo vedono spesso con la moglie alle prese con sacchetti, borse e monetine. «Persona gentile, affabile - dicono - ma a vederlo, più simile a tanti altri signori anziani magari in difficoltà ad arrivare a fine mese che a un riccone».
Questa dimensione casalingo-minimalista non gli impedisce però di viaggiare molto e mai per divertimento (ultima destinazione, Vietnam), di tastare il polso costantemente all’azienda e di mettere su tutte le decisioni il suo punto di vista.
Che è sempre vincolante, anche perché raramente ha sbagliato obbiettivo. Altra massima: «Bisogna fare quello che si sa. Io sono abbastanza bravo a vendere mobili anche se sono anziano. Non sono il tipo da orto o da giardinetti ». Non ha tutti i torti.


fonte: corriere.it
 

Articolo del 18/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 2726 Volte

difiorefotografi - Napoli, Portici: museo di Pietrarsa, giornata della legalità. Scuola media Don Milani.

 

Articolo del 19/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 2267 Volte

difiorefotografi - Napoli, Portici: Sindaco Vincenzo Cuomo con Luigi Pelazza al museo di Pietrarsa.

 

Articolo del 20/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 4204 Volte

Dilemma di Darwin: meglio single o sposato. Il teorico dell'evoluzione si interrogava sul Matrimonio

VITTORIO SABADINI

Aveva osservato per ore le iguana accoppiarsi alle Galapagos, sapeva tutto sul corteggiamento di insetti, ovipari e mammiferi ed era perfettamente consapevole che chi non trova un partner rischia forse l’estinzione, ma conduce anche un’esistenza più libera e meno carica di responsabilità. Sarà anche per questo che, arrivato il momento di sposarsi, Charles Darwin ci pensò su a lungo. Non solo: applicando all’idea del matrimonio lo stesso rigore analitico di cui avrebbe permeato anni più tardi il suo lavoro sull’origine delle specie, riempì 17 pagine di appunti, divisi su due colonne. Nella prima le ragioni per non sposarsi, nella seconda quelle per farlo.

Queste pagine, insieme con le altre 90 mila che la famiglia ha donato nel 1942 all’Università di Cambridge, sono ora per la prima volta consultabili online in una raccolta straordinaria (in lingua inglese), composta da fogli sparsi di appunti scritti con calligrafia minuta, disegni di piante, animali e i primi abbozzi di quella teoria dell’evoluzione che avrebbe cambiato l’evoluzione della scienza e, per molti, la stessa idea di Dio. A un certo punto, verso la fine di questa impressionante collezione, compare un frontespizio con le iniziali dello scienziato - che all’epoca aveva 29 anni - e l’argomento delle successive, ponderate riflessioni: il matrimonio.

Darwin aveva da poco conosciuto una cugina, Emma Wedgwood, che non solo era benestante e carina, ma aveva pure una spiccata intelligenza e una buona presenza di spirito. Anche se si era chiaramente preso una cotta per lei, Charles era già uno scienziato fino al midollo e non poteva lasciare le cose al caso. Cinque anni a bordo della «Beagle» ad osservare la natura in giro per il mondo gli avevano insegnato a diffidare dell’istinto, che soprattutto in amore gioca spesso brutti scherzi.

Gli appunti - ancora attualissimi - rivelano un Darwin diviso a metà tra il desiderio di accasarsi e quello di continuare una vita libera, dedicata allo studio, agli hobby e alle sue passioni, che poi erano la stessa cosa. Sotto la voce «Marry» (sposarsi), lo scienziato elenca come aspetti positivi i figli («A Dio piacendo»), una compagnia costante («e amica in tarda età») che sarà interessata a un oggetto da accudire... A margine, come preso da un retro pensiero decisamente poco romantico, aggiunge: «Comunque, meglio di un cane».

Più articolati e numerosi gli argomenti sotto la voce «Not Marry»: «Libertà di andare dove si vuole, conversazione con uomini brillanti al Club, nessun obbligo di fare visita ai parenti né di essere coinvolto in ogni inezia, si evitano le spese e le angosce legate ai figli, non si perde tempo (frase sottolineata), si può leggere la sera, non si ingrassa e non ci si impigrisce, più soldi disponibili per i libri». A margine, anche qui un retro pensiero: «Ma in ogni caso lavorare troppo non fa bene alla salute».

Nelle ultime pagine un’altra domanda: «Meglio presto o tardi?», meglio presto, «perché da giovani il carattere è più flessibile». Infine, la conclusione favorevole al matrimonio, per evitare «una vita solitaria e una fredda vecchiaia, senza amici né figli, passata a rimirare le rughe che si accalcano sul proprio viso». Ma, conclude con gli ultimi rimpianti, «questo vorrà dire che non visiterò mai il Continente, né andrò in America né salirò mai su una mongolfiera».

Charles e Emma si sposeranno di lì a poco, il 29 gennaio del 1839, e il loro sarà un matrimonio felice. Ebbero dieci figli, di cui tre morirono in tenera età. Dopo la prima notte di nozze, lo scienziato annotò concisamente le sue impressioni negli appunti: «Fare sesso aumenta la salivazione». Andarono a vivere a Downe, nel Kent, dove ancora esiste Down House, con l’intatto «Sentiero Sabbioso» sul quale Darwin passeggiava ogni giorno. A Down House morì a dieci anni Annie, la bambina più adorata. Fu questa tragedia ad allontanarlo dalla fede e a fargli concepire le sue teorie sul bene e sul male, così pericolose in quell’epoca vittoriana. A Down House morì anche Darwin, nel 1882, senza essere mai riuscito ad andare in mongolfiera. E’ sepolto di fianco a Isaac Newton nell’Abazzia di Westminster, tra gli eroi del suo Paese.

fonte: www.lastampa.it

 

Articolo del 21/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 1643 Volte

Bellissima canzone di nino buonocore: la terra dei diamanti.

 

Articolo del 22/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 4129 Volte

Il paradiso esiste: il Parco Giardino Sigurtà tra i 5 più belli al mondo.

NINO LUCA

Vicino al lago di Garda un complesso ecologico unico: 5 grandi fioriture, 18 laghetti e il grande tappeto erboso

VERONA - In quarant'anni di amorose cure, Carlo Sigurtà, avvalendosi di un secolare diritto di attingere acqua dal Mincio, ha ottenuto il «prodigio» di rendere lussureggiante l'arida vegetazione collinare. Così oggi abbiamo il Parco Giardino Sigurtà, grazie al nipote Enzo che realizzo il prototipo, considerato oggi fra i cinque più straordinari al mondo.

DOVE SI TROVA- Il Parco Giardino Sigurtà ha una superficie di 560.000 metri quadrati e si estende ai margini delle colline moreniche, nelle vicinanze del Lago di Garda, a soli otto chilometri da Peschiera, esattamente a Valeggio sul Mincio. Dopo l'apertura al pubblico nel 1978, la conservazione di questo complesso ecologico è stata affidata al rispetto dei visitatori, che lo hanno definito una meraviglia unica al mondo. E vediamo il perché (Guarda il video)

LE 5 FIORITURE - Il Parco grazie alle sue cinque grandi fioriture che si susseguono nelle varie stagioni regala emozioni sempre nuove e diverse: in primavera, ad esempio, con il Viale delle Fontanelle e degli Iris. Quasi un chilometro delle più prestigiose varietà del fiore simbolo di Firenze ammalia con gli sfavillanti colori e per l´inebriante profumo. Per tutto il mese d´aprile non si può mancare all´appuntamento di oltre un milione di tulipani che, non solo in aiuole, nelle aree piantumate dai membri di Tulipani in Circolo, ma lungo tutta la collina che dall´Eremo si dispiegano verso il Grande Tappeto Erboso. Da non perdere a partire da maggio il Viale delle Rose con lo sfondo del Castello Scaligero. A giugno i diciotto laghetti, come quadri di Monet, fanno la parte dei protagonisti con ninfee indigene e quelle tropicali gialle e azzurre. A settembre il Grande Tappeto Erboso si tinge d´azzurro grazie alla fioritura degli aster. Guarda la Galleria Fotografica.

BIKERS - Sempre più visitatori lo scelgono anche come luogo ideale per fare sport e mantenersi in forma. I bikers più atletici vi entrano ad esempio per confrontarsi tra loro e «spingere sui pedali» mettendosi alla prova lungo le sue salite. Le famiglie e gli amanti delle tranquille pedalate lo scelgono invece per rilassarsi raggiungendo con calma tutti gli angoli più suggestivi. Pedalando lungo la ciclabile si rimane colpiti dall’assenza di rumori, dal silenzio che domina interrotto solo dal salto dei pesci nel Mincio e dai suoni della natura.

COME VISITARLO - Alle casse viene consegnata al visitatore una cartina illustrativa dei punti più interessanti, raggiungibili a piedi con due percorsi distinti (rosso e giallo) della durata di circa 50 minuti ciascuno. Chi non desidera visitare il Parco a piedi, potrà usufruire dei trenini che percorrono i sette chilometri dell'Itinerario degli Incanti. E' possibile inoltre noleggiare biciclette e golf-cart. Vicino ai chioschi sono state allestiste zone adibite al consumo di colazioni al sacco. Sorprendete angolo di pace, dunque, vicino alle nostre metropoli.

Per informazioni: Parco Giardino Sigurtà Valeggio sul Mincio (Verona) Dall'8 marzo ai primi di novembre 2008. Ingresso dalle ore 9.00 alle 18.00 (chiusura alle 19)

I prezzi: Adulti € 9,50 Ragazzi (5-14 anni) € 6,00 Bambini (0-4 anni) omaggio Oltre i 65 anni € 7,00 Disabili al 100% Omaggio (accompagnatore prezzo ridotto € 7,00)

www.sigurta.it

Tel. + 39 045 6371033

fonte: www.corriere.it

 

Articolo del 24/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 1356 Volte

Domani in tutta Italia il V2 di Grillo, in polemica con le piazze del 25 aprile.

Il comico genovese torna a chiamare a raccolta i suoi fan sul tema dell'informazione "Abroghiamo l'ordine dei giornalisti, la Gasparri e i finanziamenti pubblici alla stampa"

ROMA - All'indomani della prima vittoria elettorale di Silvio Berlusconi nel 1994, le celebrazioni del 25 aprile furono segnate dalla tensione per l'arrivo al governo, per la prima volta nella storia italiana, dei postfascisti di An. Le celebrazioni di domani si annunciano altrettanto tese, ma questa volta il motivo principale non è il trionfo del Pdl. A creare un clima conflittuale è stata la scelta di Beppe Grillo di organizzare il suo secondo Vaffa Day proprio in concomitanza con l'anniversario della Liberazione dal nazifascismo.

Un'altra data fortemente simbolica dopo quella dell'8 settembre scelta lo scorso anno dal comico genovese per sferrare il suo attacco al sistema politico, raccogliendo in piazza nella sola Bologna oltre duecentomila persone. Ora i toni della manifestazione convocata da Grillo a Torino, una delle città simbolo della Resistenza, si annunciano del tutto simili a quelli della scorsa estate, ma il tema al centro della giornata sarà il sistema dell'informazione, con la proposta di abrogare l'ordine dei giornalisti, la legge Gasparri sul sistema televisivo e la legge sull'editoria che garantisce ricchi finanziamenti e agevolazioni fiscali a tutti i principali giornali italiani.

Come accadde per la prima versione dell'8 settembre, il Vaffa-2 Day, oltre all'appuntamento principale in programma a piazza San Carlo con la presenza sul palco dello stesso Grillo, l'iniziativa prevede una mobilitazione in molte altre città, dove anche nei prossimi giorni saranno raccolte le firme per ottenere i tre obiettivi del programma "grillino" sulla stampa. Con il risultato che ovunque si fronteggeranno le folle chiamate a raccolta dal comico genovese con quelle che intendono ricordare la Liberazione. Una coincidenza che a molti è sembrata l'ennesima provocazione.

Per questo a Torino un folto gruppo di intellettuali ha sottoscritto l'appello anti-Grillo promosso dal deputato Ds Stefano Esposito. Tra le adesioni, quelle del professore-avvocato Carlo Federico Grosso, dell'ex presidente della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky, dell vicepresidente della Consulta Guido Beppi Modona, dello storico Giovanni De Luna. Costituzionalisti, storici, docenti, amministratori locali chiedono ai torinesi di partecipare all'appuntamento istituzionale dedicato alla Resistenza organizzato dal consiglio regionale del Piemonte, dalla Città di Torino, dalla Provincia e dalle associazioni partigiane sempre in piazza Castello.

fonte: www.repubblica.it

 

Articolo del 25/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 1586 Volte

25 Aprile - La Liberazione - V2-Day - Torino/Napoli Beppe Grillo sull'Informazione.

 
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